
Unitus: da che parte della storia volete stare?
Il 16 aprile, le studentesse di Gaza Walaa e Haya ricevono una mail dall’Università della Tuscia in cui le viene comunicato che, in virtù della documentazione presentata e del colloquio svolto il giorno precedente, sono state ammesse alla laurea magistrale in “Archival Science and AI”.
Nella mail, l’Unitus aggiunge che le studentesse dovranno seguire le procedure per gli studenti internazionali previste dal Ministero dell’Università.
Il 13 maggio le ragazze contattano la Vfsglobal, un’azienda privata che si occupa dei moduli necessari alle richieste di visto ai governi. L’azienda dichiara freddamente che non può aiutare le studentesse senza fornire spiegazioni.
Dopo quasi tre mesi dalla richiesta pubblica di aiuto da parte della diretta interessata e di decine di commenti e messaggi che spronano l’Università a prendere una posizione, non sono ancora comparse dichiarazioni pubbliche. Un silenzio che è in linea con una politica di continua ed entusiasta complicità con le istituzioni sioniste e l’industria bellica occidentale, rappresentata in questo caso dalla fondazione Med-Or, legata a Leonardo S.p.A.
In pieno genocidio, l’Università della Tuscia (più nello specifico i dipartimenti DEIM e DISTU) intrattiene rapporti stabili di collaborazione bilaterale con gli atenei israeliani della Ben-Gurion University of the Negev, The Jerusalem College of Technology e The Hebrew University of Jerusalem.
Sui social molti chiedono all’Unitus: “da che parte della storia volete stare?”.
Sappiamo già la risposta: dalla parte dell’imperialismo e del colonialismo occidentale. Come tutte le altre istituzioni borghesi anche le “nostre” università sono dalla parte di chi ogni giorno massacra donne, bambini, neonati, uomini e anziani.
L’Unitus è complice delle istituzioni genocide, dell’isolamento, dell’aggressione stessa che impedisce a Walaa e Haya di venire a studiare in Italia.
Parliamo della stessa università che allo scoppio della guerra Russia-Ucraina ha immediatamente stanziato un fondo di 200.000 euro per accogliere gli studenti provenienti dall’Ucraina e ha immediatamente tagliato progetti di ricerca e rapporti con beneficiari russi, applicando un doloroso doppio standard nei confronti del popolo palestinese.
È necessario che la collaborazione tra le università italiane e l’avamposto occidentale sionista termini.
Sottolineiamo dunque l’ipocrisia e la dissonanza cognitiva dello Stato italiano che, ignorando quasi un secolo di aggressione ai danni del popolo palestinese, crea bandi come quello dell’8 maggio 2025 privi di tutele e garanzie pur ben sapendo la difficoltà (o impossibilità) di ottenere visti e spostarsi a causa della distruzione indiscriminata e dello stato di apartheid vigente.
Pretendiamo che le richieste degli studenti di Gaza vengano prese in considerazione seriamente e non come opportunità per nascondere una realtà di complicità e collaborazione dietro ad un volto di umanitarismo accademico.
INVITIAMO TUTTE E TUTTI AL PRESIDIO CHE SI SVOLGERÀ GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE ALLE ORE 14:30 NEI PRESSI DI LAZIODISCO IN VIA CARDARELLI, 75 A VITERBO
Studenti per la Palestina – Unitus
Comitato di Lotta Viterbo
S.I. COBAS Viterbo
Rete Liberi/e di lottare – contro stato di guerra e polizia